XIII CONGRESSO MONDIALE CIM.

LA HABANA - CUBA, 31 MAGGIO, 1-2 GIUGNO 2022

TESI CONGRESSUALI

RAPPRESENTATIVITA’ ED ISTITUZIONI

LA CULTURA ITALIANA NEL MONDO

LE PARI OPPORTUNITA’. LE PROPOSTE DELLA CIM

TURISMO E SVILUPPO

LA RISCOPERTA DEI BORGHI PER IL RITORNO ALLE RADICI

IL SETTORE ECO-AGRO-ALIMENTARE MOTORE DELLO SVILUPPO

RAPPRESENTANZA ED ISTITUZIONI

ECONOMIA E SVILUPPO

LE RIFORME NON RINVIABILI

La Confederazione degli Italiani nel Mondo ritorna a Cuba a celebrare il proprio Congresso dopo circa trentaquattro anni da quella che fu una delle assise più di successo della vita associativa della CIM.

Il IV Congresso di Varadero vide la presenza di circa mille delegati da ogni parte del Mondo, il sostegno determinante e significativo delle autorità cubane e in particolare del Comandante della Rivoluzione Juan Almeida Bosque e del Ministro del Turismo dell’epoca, Osmani Cienfuegos.

La celebrazione del XIII Congresso Mondiale de la Habana cade in un periodo di gravi crisi sanitarie, economiche e politiche.

Per tre volte la CIM ha rinviato il Congresso a causa della grave pandemia che ha colpito l’Italia e il mondo intero.

Oltre cinque milioni di morti, di cui 140mila in Italia, un virus che non ha risparmiato nessun Paese, che ha provocato collassi nel sistema di assistenza sanitaria, con ospedali intasati e con gravi carenze di medici e di assistenti sanitari.

Nella prima ondata, a partire dal 2020, l’Italia è stata tra i Paesi più colpiti, con situazioni di collasso non solo sanitario ma anche economico.

Abbiamo espresso tutta la nostra riconoscenza alle Brigate dei medici cubani che, sprezzanti del pericolo, sono venuti in Italia ad aiutarci per una lotta impari contro il male.

I continui rinvii e la forte volontà di ritornare ad operare ci ha indotti a convocare il Congresso, anche se la situazione non è del tutto normalizzata.

Varianti del Covid, meno letali ma più infettive stanno colpendo massicciamente l’Italia. Con i test non controllati ma fatti autonomamente non è possibile verificare i numeri veri del contagio, ma si parla di dover triplicare i numeri ufficiali.

Purtroppo questa recrudescenza del virus ha colpito non solo l’Italia, ma molti Paesi a grande presenza italiana.

Nonostante ciò la Confederazione ed il suo gruppo dirigente, ha deciso di non procedere ad ulteriore rinvio e svolgere comunque il Congresso nella Repubblica di Cuba. Ci rammarichiamo per i tanti delegati impossibilitati a causa della malattia, e salutiamo con affetto ed emozione i di ridenti CIM deceduti a causa del COVID.

Un saluto va rivolto anche a quei delegati che a causa della guerra in Europa, non hanno potuto prendere voli aerei utili per raggiungere la Habana.

Prima il Covid poi la guerra d’Ucraina hanno obbligato le maggiori compagnie aere di ridurre di oltre il 40% del loro parco aeromobili, e quindi con numeri molto limitati di posti per le varie destinazioni.

Ma mentre la malattia rappresenta una calamità naturale, la guerra è il frutto della malvagità e cattiveria dell’uomo.

C’è sconcerto nel dovere assistere in una epoca storica di progresso e sviluppo una guerra in piena Europa e siamo nel 2022.

L’aggressione di un Paese contro una nazione libera e democratica è inaccettabile, qualunque siano i loro torti ovvero le provocazioni messe in essere contro il potente vicino.

Il numero delle guerre continua ad aumentare : Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Donbas, Somalia, e prima ancora Ungheria , Vietnam, SudAmerica e Asia, con un numero esagerato di morti civili. Ci sono arsenali e depositi pieni di armi , ma queste non andrebbero usate.

Come nel passato missili statunitensi circondavano Cuba, oggi missili russi circondano l' Ucraina .

Libertà per l'Ucraina che ha il diritto di scegliersi il proprio campo di alleanze. La brutalità assassina dei russi sta uccidendo donne e bambini incolpevoli. Via tutte le alleanze militari, via gli accordi di influenza su aree geografiche dove vivono popoli che vogliono scegliere liberamente il loro futuro.

Non solo la moneta, ma difesa, economia, tassazioni e diritti uguali per tutti gli europei.

Oggi abbiamo solo l'Europa dei banchieri, che non può essere un valido antagonista alla potenza di Russi, Americani e Cinesi, senza l'unità politica, l'Europa non conta!

ll tempo dell’Europa

Gli Italiani nel Mondo hanno vissuto e vivono con particolare apprensione gli eventi legati alle malattie, alle guerre, al terrorismo, alle gravi crisi economiche che attanagliano molti Paesi, al rincorrersi di nuove malattie e nuove violenze anche all’interno delle stesse famiglie.

La crisi italiana ha radici nell’egoismo di forze politiche e di potentati economici che pongono gli interessi di parte al di sopra di quelli comuni.

Lo spettacolo poco edificante delle liti all’interno della società politica, l’incapacità ad affrontare seriamente i problemi dell’economia e quelli sociali, ci fa riflettere di quanto sia stata fallimentare fino a questo momento la scelta del populismo e dello scontro con l’Unione Europea.

Nel nostro Paese la mediazione della politica ha realizzato la democrazia e lo sviluppo economico al punto da portare il Paese tra i primi nove Paesi più avanzati del Mondo.

Voler creare ad ogni costo schieramenti contrapposti, non solo non ha prodotto la semplificazione delle presenze partitiche (salite da 11 a 40), ma ha accresciuto le conflittualità, con difficoltà sempre crescenti ad approvare i provvedimenti legislativi più urgenti ed importanti.

L’Europa del futuro dovrà essere unita economicamente e politicamente.

Sono circa tre milioni gli italiani che vivono in Europa. Ci batteremo affinché la politica italiana dia un segnale forte e chiaro, di ritornare alla nobiltà che le compete e che nell’ultimo trentennio non sembra sia stata molto presente.

Né può valere il solito richiamo che negli anni ’80 e ’90 albergava solo la “malapolitica”, perché così non è; molti fatti hanno dimostrato il contrario e si vi sono stati degli eccessi nella gestione disinvolta del potere, ben altri tipi di eccessi si sono stati nella eliminazione politica degli avversari tramite scandalismi di maniera, se non interventi giudiziari.

D’altra parte, in altri Paesi europei è successo di peggio, ma la politica non ha mai subito aggressioni, teleguidate, da altri corpi dello Stato.

Quindi urge il ritorno alla politica della mediazione e dell’equilibrio, a quella della professionalità e capacità nell’assumere decisioni ed individuare i problemi.

È necessario ribadire il nostro “no” ad ogni forma di violenza, ad ogni tipo di guerra ed aggressione, ad ogni sopruso ai danni dei più deboli e indifesi.

La C.I.M., Confederazione degli Italiani nel Mondo, nasce dalla volontà del primo ministro degli Italiani nel mondo, ambasciatore Sergio Berlinguer, e dalla naturale unità, confluenza e crescita della F.A.I.E., Federazione delle Associazioni degli Italiani all’Estero, e dell’U.I.E. e rappresenta lo sbocco finale della unificazione di numerose Federazioni e Associazioni nazionali e regionali, che hanno unitariamente deciso di dare vita ad un nuovo strumento per poter meglio operare nell’interesse degli italiani all’estero.

La CIM con le diverse precedenti denominazioni svolge la sua attività da circa 30 anni.

La C.I.M. è un’organizzazione associativa dei cittadini residenti all’estero per scelta congressuale e statutaria assolutamente autonoma dai governi, dai partiti e dai sindacati ed opera per la soluzione dei problemi dell’emigrazione, per la difesa dei diritti politici, civili e sociali degli italiani nel mondo, per la loro integrazione paritaria nei Paesi ospitanti, nel rispetto delle singole peculiarità culturali e linguistiche.

La C.I.M. predispone programmi e promuove iniziative atte a favorire la vita associativa, l’iniziativa e l’impegno necessari all’azione di tutela degli italiani all’estero.

Oltre settanta milioni sono gli italiani nel mondo contro i circa sessanta milioni di connazionali abitanti nel Paese. Questa è una realtà unica ed una risorsa formidabile per il paese d’origine e quello ospitante.

Gli italiani nel mondo sono in buona parte imprenditori, industriali, professionisti, commercianti, dirigenti politici e missionari di pace e di fratellanza. Le categorie imprenditoriali ed industriali costituiscono la grande maggioranza della platea associativa della C.I.M. Un popolo presente nei cinque continenti che nel corso degli ultimi due secoli è stato spesso costretto ad imboccare la via dell’emigrazione.

La scelta di lavorare all’estero, in effetti, fu una necessità per la grande povertà che, ai fini dell’ottocento, agli inizi del secolo e dopo l’ultima guerra mondiale, aveva colpito l’Italia.

Oggi, con il Paese che rappresenta la settima potenza industriale del mondo, i nostri connazionali all’estero costituiscono comunità locali che hanno raggiunto gradi elevati di benessere e di successo ma che continuano a sentire forte l’attaccamento alla Madrepatria.

Gli italiani nel mondo e gli italiani in Italia hanno, tutti insieme, fatto grande il nome Italia e collaborano per superare le ingiustizie ed ogni tipo di povertà e per l’affermazione della pace tra i popoli.

Alla luce del nuovo assetto organizzativo della C.I.M., resosi necessario per il costante aumento delle adesioni, si può affermare che la Confederazione è diventata, sicuramente, la più grande organizzazione rappresentativa delle Associazioni italiane, a tutela delle aspettative e dei desiderata dei nostri connazionali all’estero. È presente in 33 Paesi nei 5 continenti e riunisce più di 2000 Associazioni.

E’ una struttura autonoma, senza fini di lucro, aperta a tutti i contributi che hanno per obiettivo la salvaguardia e gli interessi dei nostri connazionali, il suo successo è dovuto alla sua scelta di affrancarsi da ogni collateralismo partitico e sindacale, rappresentando invece un contenitore delle molteplici presenze associative e con rappresentanze regionali, di categoria e territoriali.

Aderiscono alla C.I.M. le Associazioni di emigrati ed ex emigrati costituite in Italia e nel mondo nonché Club, Enti ed Organismi che rappresentano e tutelano i diritti degli emigrati, che svolgono programmi ed iniziative atti a favorire la vita associativa, l’iniziativa e l’impegno necessario all’azione di tutela degli italiani all’estero.

La C.I.M., in quanto Confederazione, rappresenta le Associazioni e le Federazioni che aderiscono in totale autonomia conservando i loro dirigenti ed i loro statuti, ma che ne condividono le linee programmatiche e lo statuto confederale.

Per raggiungere tali scopi, la CIM promuove iniziative atte a valorizzare gli elementi peculiari della cultura e delle tradizioni italiane e a rafforzare i legami con i luoghi d’origine, per la salvaguardia della lingua e dell’identità culturale italiana, in modo tale da evitare che l’integrazione dei nostri connazionali, specie quelli di terza e quarta generazione, si trasformi in assimilazione.

Essa, quindi, promuove e favorisce lo sviluppo di attività culturali, ricreative, sportive e turistiche delle nostre Associazioni all’estero, mettendo in atto ogni attività idonea a favorire i contatti tra le organizzazioni e strutture italiane e quelle dei Paesi ospitanti.

Nel settore del lavoro, la C.I.M. promuove il “made in Italy”, incoraggiandone l’esportazione in tutte le sue peculiarità (dalla moda all’agro-alimentare, dal tessile all’industria pesante, dall’edilizia all’arredamento, ecc.), promuovendo la creazione di joint-venture tra aziende ed industrie italiane con pari strutture create all’estero da nostri connazionali residenti in loco.

TESI: RAPPRESENTATIVITA’ ED ISTITUZIONI

La CIM, per scelta congressuale, non organizza solo gli italiani all’estero che hanno passaporto e cittadinanza italiani.

Voler rappresentare strumentalmente solo gli italiani di passaporto residenti all’estero, può essere utile ai fini elettorali, ma costituisce elemento altamente riduttivo delle grandi potenzialità che gli italiani nel mondo hanno quali veri rappresentanti della italianità, della nostra cultura, dello stile di vita e delle nostre capacità scientifiche, tecnologiche e del “Made in Italy”.

Quindi circa 80 milioni di italiani all’estero senza se e senza ma, uniti nello spirito di fratellanza e di attaccamento alla madre Patria.

La scelta del passaporto e della cittadinanza e quindi del diritto al voto, costituisce sicuramente un dato importante, per chi è nelle condizioni di potervi accedere, ma deve essere libera e non privativa di patenti di appartenenza ad un popolo, ad una cultura ed a una lingua.

Voler distinguere gli uni dagli altri, promuovendo categorie differenziate, è un errore culturale prima e politico poi.

Non di secondaria importanza è la rappresentatività dei nostri connazionali.

Nei vari Parlamenti ed Assemblee legislative siedono ben 785 eletti di origine italiana, che a buon diritto si presentano come rappresentanti democratici delle nostre collettività. Si tratta di uno spaccato particolarmente interessante che vede tanti italiani aver raggiunto l’apice della carriera politica, con posti di notevole responsabilità (Ministri, Senatori, Deputati, ect.) e che tutelano gli interessi e difendono la identità culturale dei nostri italiani all’estero.

A ciò bisogna aggiungere le migliaia di Sindaci e Consiglieri di origine italiana, che dalle Americhe all’Australia, portano in alto il nome dell’Italia.

Discorso a parte va fatto per i nostri connazionali con diritto al voto per l’Italia.

In tal caso la rappresentatività ha livelli differenziati: Comites, CGIE e Parlamento Nazionale.

Abbiamo avuto modo di criticare pesantemente e giudicare assolutamente insufficiente la legge di riforma dei Comites.

Tali organismi per i quali per primi ci siamo battuti, restano una inutile appendice delle decisioni consolari, senza poteri reali e soprattutto senza finanziamenti sufficienti.

Confermiamo la nostra tesi di promuovere una piattaforma programmatica unitaria con le altre Organizzazioni nazionali, autonome dai Partiti e dai Sindacati, per meglio difendere e tutelare la nostra italianità.

Strumentalizzare, o meglio tentare di farlo, ai fini partitici è un errore che è già stato pagato caro.

È chiaro che, prima o poi, la legge per il voto all’estero sarà profondamente modificata poiché si tratta non solo di un’aberrazione giuridica, ma anche rappresenta significativi elementi di incostituzionalità ed inapplicabilità.

Nota è la nostra posizione sulle circoscrizioni estere, che sono state “un’invenzione” tutta italiana, e l’assurdità di non concedere il voto anche per le Europee e le Regionali a tutti gli aventi titolo, visto che trattasi di consessi legislativi e la Costituzione, articolo 49, recita che il “voto è uguale” per tutti. La scelta del voto elettronico eviterebbe comportamenti truffaldini verificatisi ripetutamente.

Nella direzione opposta a quanto voluto dal Legislatore è stata impostata la questione del CGIE. Tale organismo doveva essere rappresentativo dei Comites e dell’associazionismo.

Mezzucci e furberie che sono state ora smascherate dalla maggioranza dei componenti del CGIE che ora vuole riappropriarsi del proprio ruolo originario e rifuggire da strumentalizzazioni fin troppo scoperte.

Resta la necessità di raccordare le rappresentanze parlamentari con lo stesso CGIE, al fine di una proficua collaborazione tra i protagonisti del settore emigrazione.

Insomma quanto sta accadendo in questi mesi rappresenta un duro colpo ai “professionisti dell’emigrazione” ed ai loro protettori neanche tanto occulti.

Per la questione nuova legge elettorale, Il congresso presenta, di seguito una Tesi politica sul tema.

La CIM ritiene di costituire una presenza maggioritaria nei Paesi di accoglimento.

Urge ora adoperarsi per un censimento realistico delle nostre presenze associative. Sono circa 3 mila le associazioni, censite dal Ministero, dei nostri connazionali all’estero. Di queste duemila circa dichiarano di aderire alla CIM, almeno altre 500 non hanno espresso legami o adesioni ad alcuna struttura nazionale, le altre aderiscono alle altre 4 associazioni nazionali di matrice partitica, sindacale e confessionale.

Per parte nostra riteniamo utile procedere ad un riordino delle forme associate in emigrazione, attraverso una verifica seria, magari con un impegno diretto dei Consolati, su quali associazioni si possano realmente definire tali, ed eliminare realtà vuote che vedono presentare come associazioni gruppi ristretti di 3 o 4 persone magari appartenenti alla stessa famiglia.

Tale semplificazione diventa indispensabile se si vuole assegnare al movimento associativo un ruolo più consistente e determinante nella gestione della rappresentatività degli italiani nel mondo.

La platea associativa della CIM è da sempre costituita in maggioranza da imprenditori, industriali e professionisti, anche se vi è una significativa presenza di uomini della cultura, della finanza e della politica.

In molti Paesi la CIM ha dato vita ad Associazioni autonome di industriali e commercianti, che operano in modo più agile rispetto alle locali Camere di commercio ed alla stessa ICE, con le quali collaboriamo, da sempre, e sosteniamo nelle loro attività istituzionali.

Tali iniziative hanno consentito alla CIM una penetrazione capillare in 33 Paesi in cui è presente.

Essendo una organizzazione a carattere orizzontale e quindi politico-culturale, la CIM opera in tali campi attraverso accordi o convenzioni con altre strutture e società.

Ridotte le attività dei Patronati, vista la mutazione profonda a livello anagrafico dei nostri connazionali e quindi venuta meno gran parte del lavoro da essi svolto (domande pensioni, assegni, etc.), lo spazio di iniziativa di enti più o meno analoghi si è creato nel campo della formazione. Per la lingua italiana dobbiamo rilevare come i nostri Governi, da sempre, hanno prestato poca attenzione a tale problema al punto che l’Italia, nonostante i circa 80 milioni di cittadini del mondo di origine italiana, spende pochissimo per tale settore; basti dire che la Cina investe per la propria lingua all’estero 50 volte di più del nostro Paese.

Sono encomiabili le attività dei vari enti ed organismi quali, la Dante Alighieri, etc., ma siamo ben lontani dal soddisfare le richieste.

La CIM comunque incrementerà, nel futuro, sensibilmente il proprio impegno in tale direzione.

Infine, maggior impegno verrà profuso nel settore pubblicitario e telematico.

Parimenti è stato creato un anche un proprio sito una App ed una pagina Facebook per meglio comunicare con tutte le nostre associazioni presenti nel Mondo.

Maggiore impegno verrà profuso anche per la ripresa delle pubblicazioni ed il rilancio del giornale organo ufficiale che è “Pianeta Italia”.

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